Mostra in corso
Mostre in corso presso i Musei civici Viggiutesi.
Claudio Verna: carte
24 novembre 2024 – 26 gennaio 2025
A cura di Veronica Zanardi e Massimo Bignardi
Testi critici Massimo Bignardi e Veronica Zanardi
MUSEO BUTTI | CONTEMPORANEA – Viale Varese 4, 21059 Viggiù (VA)
Tel. 0332 486510
e-mail museobutti@comune.viggiu.va.it
Inaugurazione Domenica 24 novembre dalle ore 11.00
Orari Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 14 – 18.30 Domenica 14 – 18
Il Museo Butti | Contemporanea, chiude questo primo anno di attività -dopo gli ultimi interventi di riqualificazione della nuova sede espositiva- con un’ultima mostra antologica, dedicata ai lavori su carta del pittore Claudio Verna, curata dalla conservatrice Veronica Zanardi e dal Professor Massimo Bignardi, autore del testo critico pubblicato nel terzo catalogo de “I quaderni del Butti”. Le diciotto carte proposte tracciano una sintesi, ben equilibrata, che pone in evidenza i punti di passaggio, sul piano delle scelte compositive che, di volta in volta, Verna ha aggiunto o sottratto alle esperienze precedenti: è un percorso breve ma significativo che prende avvio con alcuni disegni realizzati con il pennarello nero alla fine degli anni Cinquanta, salvo spostarsi sui pastelli degli anni Settanta, che lo vedono tra i principali interpreti della Pittura Analitica, per arrivare alle più recenti carte, realizzate nei primi due decenni del nuovo millennio. Scrive Massimo Bignardi (…) La tecnica del pastello riduce la distanza della mano, delle dita, dalla superficie della carta. Eliminando ogni ulteriore ‘protesi’ dà luogo a una maggiore spinta nello spazio impalpabile del foglio bianco. Non è un caso che Verna paragoni la tecnica del pastello a quella del modellare la creta: non è un’esemplificazione per meglio spiegare un dato tecnico. Ritengo, invece, che esso esprima una effettiva sensazione, sentire la materia colore in un spazio mentale, ove la scala dei volumi si affida alla vicinanza o distanza, di stati emozionali. Infatti è lo stesso artista a sollecitare tale riflessione, quando afferma in un scritto, dal titolo Come dipingo, apparso nella rivista “Quaderni di Arte Contemporanea” pubblicata nel 2010: “Ho sempre pensato – si legge – che la cultura, il pensiero, le esperienze fatte, ad un certo punto entrino a far parte della tua stessa natura e ti consentano di captare impulsi che vengono dal profondo, magari rimasti oscuri per lungo tempo”.
Claudio Verna nasce a Guardiagrele, in provincia di Chieti, nel 1937. Dal 1942 al 1956 studia in Umbria, poi all’Università di Firenze, dove si laurea con una tesi sulle “Arti figurative nella civiltà industriale” e dove tiene le prime mostre. Nel 1961 approda a Roma, dove tuttora risiede. Per alcuni anni rinuncia alle mostre per sperimentare e definire in totale autonomia il pensiero e gli strumenti della propria ricerca. Nel 1967 torna ad esporre, ormai definitivamente convinto delle ragioni “antiche e irrinunciabili” della pittura. E’ il periodo della cosiddetta Pittura analitica, volta ad una riflessione sul fare arte oggi e sul rapporto con la tradizione moderna. Raggiunta la maturità espressiva, la pittura di Verna “si articola tra le polarità di un estremo rigore e di un intenso abbandono emotivo”. Protagonista assoluto dei dipinti è il colore e la sua capacità di assumere i valori massimi della saturazione e della luce. Dopo il debutto alla Galleria Numero di Firenze nel 1960, sono oltre centoventi le personali e le antologiche allestite in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di Venezia nel 1970 e nel 1980, i Musei di Gibellina nel 1988, Spoleto nel 1994, Ferrara nel 1997, Conegliano nel 1998, Treviso nel 2000, L’Aquila nel 2007, la Fondazione Mudima di Milano nel 2012, MAG, Riva del Garda nel 2018; Marc Selwyn Fine Art di Los Angeles nel 2015, Cardi Gallery di Londra e Milano nel 2018, Banca Generali Private, Roma nel 2023; Premio Bugatti-Segantini alla carriera, Nova Milanese nel 2023; Galleria LABS, Bologna nel 2023; CIAC, Foligno nel 2024. Contemporaneamente è presente in mostre collettive e rassegne internazionali a Dϋsseldorf, Londra, Philadelphia, Copenhagen, Rotterdam, Stoccolma, Darmstadt, Colonia, Mosca, Leningrado, Grenoble, Nizza, Praga, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro e in numerose città italiane, ottenendo vari riconoscimenti. Nel 2008 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli conferisce il premio “Antonio Feltrinelli” per la pittura. Viene nominato Accademico di San Luca. Nel 2010 esce il Catalogo Ragionato del suo lavoro a cura di Volker W. Feierabend e Marco Meneguzzo, per la Silvana Editoriale (MI).
News
Notizie relative ai Musei civici Viggiutesi.
REALART# 6
Comunicato stampa
A cura di: Renata Castelli, Franco Crugnola, Isabella Rigamonti
Inaugurazione: sabato 11 dicembre ore 16:30
Durata: Dall’11 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022
Sede: Museo Butti – Viale Varese 4 – 21059 Viggiù (VA)
Orari: da martedì a venerdì: 14:00 – 18:30
Sabato: 10:00 – 12:00 e 14:00 – 18:30
domenica: 15:00-18:00
Chiusure: 25 dicembre, 1 e 6 gennaio
Info: tel. 0332 486510 e-mail museobutti@comune.viggiu.va.it
sito web www.museiciviciviggiutesi.com
AVVERTENZE: i visitatori devono essere muniti di GREEN PASS
REAL ART VOLUME #6 – 2021
Torna la pubblicazione-portfolio d’arte a carattere benefico con opere uniche ed autografe di 14 artisti contemporanei
Dopo il successo della delle prime cinque edizioni, torna REAL ART, progetto artistico, nato con l’idea di realizzare annualmente una pubblicazione-portfolio con opere uniche ed autografe di artisti contemporanei e l’intero incasso devolverlo in beneficienza ad enti del territorio.
L’edizione del volume #6, limitata a 130 copie (90 destinate alla diffusione), presenta lavori unici di:
ELISA CELLA ENZO ESPOSITO FERNANDA FEDI
AGOSTINO FERRARI GAETANO FRACASSIO GIOVANNA GIACHETTI UMBERTO MARIANI PETER HIDE 311065 PAOLA PEZZI ISABELLA RIGAMONTI FRANCESCO RIVA GIORGIO TENTOLINI MICHELE TOMBOLINI GIUSEPPE VENEZIANO
Il progetto ha saputo coinvolgere artisti, stampatori, editori, giornalisti uniti nel nome dell’arte e dalla solidarietà. Il ricavato dell’alienazione, infatti, ogni anno andrà a sostenere un’associazione che opera senza fine di lucro sul territorio.
Il volume originale e interdisciplinare coinvolge artisti anche molto differenti tra di loro, invitati a confrontarsi, rimanendo aderenti al loro percorso artistico, al concetto di serialità all’interno di un lavoro “unico”, differente quindi per ogni volume.
Ciascun artista è presente nel volume con una doppia pagina: un’opera stampata ed una originale applicata, una sorta di piccolo museo su carta, che invita ad un rapporto anche tattile con il prodotto artistico.
Il progetto ha avuto, già nelle sue fasi embrionali, grande sostegno da parte di sedi museali ed istituzionali, tanto da inserire REAL ART all’interno di un percorso itinerante tra alcune realtà importanti della provincia. Il volume sarà disponibile nei bookshop del Museo MA*GA di Gallarate, Museo Bodini di Gemonio, Museo Parisi Valle di Maccagno con Pino e Veddasca, Casa Museo Spazio Tadini di Milano, Galleria Villa Contemporanea di Monza, Museo Enrico Butti di Viggiù, spazio HEART – pulsazioni culturali- di Vimercate, Showcases Gallery di Varese, al Front desk della Meeting Art di Vercelli e in tutte le maggiori fiere d’arte italiane ed estere grazie a Biancoscuro Art Magazine di Pavia. Il progetto ha poi il supporto video da parte di Sergio Mandelli della galleria Mandelli Arte e “Praline”.
Una lunga rassegna tra le istituzioni coinvolte presenterà in fasi alterne il solo volume e/o il volume e le opere degli artisti coinvolti con importanti mostre e rassegne a partire da fine novembre 2021.
Scrive Lara Treppiede (Direttrice museo Civico Floriano Bodini – Gemonio) nella presentazione del volume:
“Un contenitore per documenti importanti, uno scrigno che custodisce opere altrettanto preziose. Non un catalogo, non un libro, ma un portfolio, racchiuso nella sua scatola, essenziale, ecologica, tanto semplice quanto sostanziosa. Questo il numero #6 di REAL ART, in linea con le edizioni che l’hanno preceduto. Continuità, serietà, determinazione, coraggio, impegno, passione per l’arte, desiderio di conoscenza e di dibattito: queste le motivazioni che muovono tale progetto espositivo, artistico e sociale fin dal 2015. Già allora il Museo Civico Floriano Bodini è stato presente e sostenitore dell’iniziativa, che ancora oggi trova spazio a Gemonio per la mostra collettiva dei protagonisti coinvolti nel susseguirsi delle edizioni. 14 per questo nuovo numero, che vede come sempre un dialogo aperto e diversificato, stimolante quanto innovativo. Lo spessore dell’arte si ritrova sfogliando il portfolio: matericità, elementi che si alternano, tecniche e messaggi che si intrecciano. Questo è quello che rimane oltre la mostra, lo stare vicini elogiando le diversità, unendosi in un progetto corale per esaltare il percorso e le potenzialità artistiche ricordando la forza del confronto. E ancora sorpresa e meraviglia nell’aprire e sfogliare REAL ART #6, un momento che si è fatto attendere per cause di forza maggiore, ma che oggi ci ricorda la bellezza e l’importanza della continuità e della presenza, di quella normalità e attesa di qualcosa che diamo per scontato ma che non sempre risulta essere così. Oggi torna REAL ART #6 e lo fa con tutta l’energia e l’entusiasmo che lo distingue”.
Scrive Renata Castelli (Conservatore Musei Civici Viggiutesi “E. Butti”) nella presentazione della mostra:
“Il progetto Real Art, coraggioso e solidale, acquista così un significato assai più profondo e coinvolgente: è una mostra d’arte contemporanea, con la presenza di grandi nomi affermati e di giovani di talento, ciascuno con il proprio indirizzo poetico, con la propria spiccata personalità. Ma è anche un progetto di collettiva solidarietà, di intelligente solidarietà: reale, immediata, che arriva a chi ha davvero bisogno.
Il portfolio, donato a fronte di un’offerta che ci auguriamo generosa, non è un libro, non è
una rivista ma rappresenta un piccolo-grande scrigno d’arte.
E al Museo Butti di Viggiù le opere troveranno anche l’opportunità di dialogare, rapportarsi con ciò che gli artisti viggiutesi, testimoni ed eredi di una grandissima tradizione scultorea, hanno lasciato e di cui abbiamo il dovere di tramandare la memoria.
In questo rapporto tra tecniche e generi diversi, tra emozioni e suggestioni sempre nuove, il visitatore saprà trovare e scoprire spunti affascinanti e riflessioni profonde, come da sempre l’Arte sa suscitare in tutti noi”.
Per avere REAL ART # 6 e quindi i 14 pezzi unici di artisti internazionali, basta fare una donazione minima di € 100,00 all’associazione U.N.I.T.A.L.S.I. SOTTOSEZIONE DI VARESE, LOC. BOSTO, ORATORIO SAN LUIGI, VICOLO MERA 2 – 21100 VARESE
IBAN IT47N0521610800000000083414 e poi ritirare la copia del volume presso i bookshop o i punti dedicati.
L’offerta è detraibile dalle tasse detraibile a norma art.14 D.L. 35/2005
REAL ART è un progetto di Franco Crugnola Studio di architettura, via San Martino, 11, Varese
Per maggiori informazioni 338.2303595
Press
Showcases Gallery | T 338.2303595 showcasesgallery@gmail.com
Pino Rusconi: lo scultore viggiutese dei materiali
A cura degli Amici dei Musei Viggiutesi
Villa Borromeo dal 12 gennaio al 9 febbraio 2020
Inaugurazione domenica 12 gennaio 2020, ore 15.30
Orari d’apertura:
domenica 15.00 – 18.00 (per altri giorni visita su appuntamento)
Angelo Giuseppe Rusconi nacque a Viggiù il 26 Settembre 1916. Conosciuto più semplicemente come Pino entrò presto a far parte della grande schiera di (artisti-artigiani) Viggiutesi che da secoli sono ricordati per via delle loro opere. Frequentò la scuola d’arte professionale della (Società Operaia di Mutuo Soccorso di Viggiù la cui istituzione risale al 1862. Sotto la guida Giuseppe Ongaro e di Pietro Gussoni affinò le sue qualità di cui diede valoroso saggio, ancor giovanissimo, in diversi concorsi provinciali e regionali.
Dopo la pesante e dolorosa parentesi bellica,riprese a scolpire presso il laboratorio Viggiutese di Luigi Franzi e poi in quello oltre confine dei fratelli Mariotti di Chiasso (Canton Ticino) ove ebbe modo di collaborare con diversi scultori tra i quali i Varesini Quattrini e Frattini. Prolifico nell’arte dello scalpello ma umile come i veri artisti, le sue tante opere sono dislocate in numerose chiese, in parecchi cimiteri e in diversi luoghi pubblici e privati del Canton Ticino e della Lombardia. Molte sue sculture furono esposte con grande successo in diverse mostre, una per tutte: quella degli (Artisti della Valceresio in Lombardia) tenutasi a Milano, nell’aprile del 1982, durante la Sessantesima fiera di Milano.
Scomparso il 13 Agosto 1998, il suo ricordo è ancora ben vivo nella memoria di quanti lo conobbero ed apprezzarono: al suo umile portamento contrapponeva una intensa e vibrante vena artistica e piace ancora immaginarlo al suo banco di lavoro, mentre con sapienti colpi di scalpello riesce a separare quelle parti (indifferente marmo, pietra, legno) che celano artistiche figure che solo gli occhi di un vero artista riescono a scorgere per poi….regalarle ai nostri.
IGNAZIO CAMPAGNA AL MUSEO BUTTI
A cura di Claudio Cerritelli
Museo Butti dal 27 ottobre al 1 dicembre 2019
Inaugurazione domenica 27 ottobre 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
La mostra raccoglie opere appartenenti all’ultima produzione dell’artista, affiancate a sculture di un recente passato. La lettura si articola seguendo le tematiche affrontate da Campagna attraverso l’elaborazione di materie care al suo immaginario plastico: dal marmo al bronzo, dalla terracotta alla maiolica, soprattutto le diverse qualità di legno (ciliegio frassino tiglio cirmolo ontano), usate nella loro cruda verità ma anche in versione policroma, oppure utilizzando tela dipinta che aderisce al volume. (Claudio Cerritelli). Come dichiarato dallo scultore, il filo conduttore della ricerca è la linea plastica che, dapprima articolata in forme complesse, attraverso un graduale processo di sintesi, si semplifica lasciando spazio alle suggestioni del colore colte nelle tracce di pigmento, nella cromia dei materiali o ancora nei riflessi cangianti delle superfici lucide. Il processo di definizione della forma, nelle opere attuali, è caratterizzato dalla modulazione geometrica dei volumi e dalla ricerca di equilibrio tra tensioni fisiche contrapposte. Quest’orientamento nasce dalla precedente riflessione intorno ai valori strutturali della figura, nucleo originario, intorno al quale si è svolta nel corso degli anni passati l’esplorazione del rapporto tra forma solida e percezione del vuoto. Al centro del mondo espressivo di Campagna sta infatti la memoria del corpo umano come misura per ogni possibile definizione dello spazio entro cui si colloca, punto di verifica dell’idea costruttiva concepita come armonizzazione delle energie plastiche. Non a caso, l’artista prosegue il superamento della staticità costruttiva immaginando slittamenti, torsioni, movimenti instabili generati dal continuo spostamento di equilibri tra forma essenziale e fisicità della materia. Il richiamo alla verticalità varia a seconda del punto di vista da cui si osserva il corpo della scultura, in modo da cogliere l’intero svilupparsi dell’immagine intorno all’asse di decantazione del suo quoziente plastico, si sovrappongono e si rafforzano a vicenda, senza mettere in discussione l’esigenza primaria dell’armonia, alla quale Campagna commisura ogni scelta formale e ogni procedura tecnica, a partire dalle caratteristiche dei materiali adottati. Il filtro progettuale guida il divenire delle forme con cui vanno volta per volta definendosi le esigenze ideative, le potenzialità espressive del processo esecutivo, e infine la verifica delle qualità artigianali.
Claudio Cerritelli
SLITTAMENTI DEL CUORE – NOVE ARTISTI ALLIEVI DI GOTTARDO ORTELLI: COLLEZIONE ENRICO BUTTI
A cura di Claudio Cerritelli e Ignazio Campagna
Museo Butti dal 22 settembre al 20 ottobre 2019
Inaugurazione domenica 22 settembre 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00–18.30, sabato 9.30-12.00 e 14.00–18.30, domenica 15.00–18 .00
Slittamenti del Cuore – Nove Artisti Allievi di Gottardo Ortelli è il progetto nato nel 2015 che ha presentato, in questi cinque anni appena trascorsi, le opere degli ex studenti di Gottardo Ortelli, il loro insegnante all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Essi sono Misia De Angelis, Piermario Dorigatti, Alessandro Fieschi, Marco Grimaldi, Ayako Nakamiya, Pietro Pasquali, Rossella Rapetti, Tetsuro Shimizu ed Elena Strada: si sono alternati in questo lungo percorso mostrando attraverso le proprie performance artistiche il loro lavoro di artisti. Oggi si è aggiunto un ulteriore sottotitolo all’evento, ovvero Collezione Enrico Butti, per designare le opere che gli artisti di volta in volta hanno donato al nostro Museo rendendolo ancora più ricco e più prezioso. Un sentito e caloroso ringraziamento va al curatore e critico d’arte prof. Claudio Cerritelli che con pazienza e accorato impegno ha seguito e portato avanti questo lungo e articolato progetto in ricordo dell’amico Gottardo Ortelli. I.C.
Piermario Dorigatti: Luna nera ed altre visioni
A cura di Claudio Cerritelli
Museo Butti dal 23 giugno al 21 luglio 2019
Inaugurazione domenica 23 giugno 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
VISIONI CROMATICHE
Nona e ultima presenza qui al Museo Enrico Butti di Viggiù che fa parte del progetto nato nel 2015, intitolato “9 Artisti Allievi di Gottardo Ortelli – Slittamenti del cuore”, curato dal critico d’arte Claudio Cerritelli. In questi anni abbiamo visto alternarsi gli altri otto suoi compagni di accademia e studenti di Gottardo Ortelli: Tetsuro Shimizu, Ayako Nakamiya, Elena Strada, Pietro Pasquali, Alessandro Fieschi, Rossella Rapetti, Marco Grimaldi e Misia de Angelis. Addentrarsi nel mondo pittorico di Piermario Dorigatti è come immergersi in un alveo irreale senza peso, fluttuante, che non ha un riferimento preciso, dove la navigazione che l’artista ci invita a percorrere è sconosciuta e sta a noi scoprire le varie forme antropomorfe che si presentano alla visione. Le fisionomie pittoriche ci suggeriscono dei rimandi figurativi sia con colori chiari come il rosa o l’incarnato o tramite i gialli, carichi di forze solari come la terra, o, addirittura, scuri e tendenti al viola come la luna nera riuscendo a fare da contrappeso pittorico a tutta la composizione. Il paesaggio, come tutto il progetto cromatico, è studiato e impostato con meticolosità calibrata perché pensata e ripensata in cui emergono strati di colore in precedenza stesi e dopo rimossi con altro colore. Il quadro diventa un luogo, un terreno di sperimentazione, dove Piermario Dorigatti si interroga sulla rappresentazione dei suoi soggetti e sul metodo di farli emergere in modo chiaro e convinto. L’avvicendarsi del segno in primis, e del colore poi, induce l’artista a non lasciare mai il suo soggetto iniziale, ma lo cambia ottenendo una sorta di metamorfosi in progressione: lo integra, lo cancella e lo ricrea dandogli continuamente ossigeno e alimentandolo con la sua tavolozza come un compagno di vita in un percorso senza fine. Ecco che trapelano i segni, le visioni cromatiche pungenti e riflessive, le figure sotto gli spessori del colore, schiacciate in un vortice analitico e letterario come se fossero racconti e citazioni nati forse tanto tempo fa – magari durante la nostra infanzia – e che riappaiono prepotentemente alla maniera di feticci, di forme antropomorfe fluttuanti non riconducibili a conoscenze scontate, ma suggerite dai nostri sogni in un contemporaneo divenire.
Giugno 2019
I.C.