Storia del Museo Enrico Butti
Una collezione, una storia.
La decisione del Butti di donare la propria gipsoteca al comune di Viggiù risale al 1926, come ci informa una lettera autografa dell’artista datata 20 gennaio, cui segue un atto notarile di formalizzazione a data 21 gennaio. Tale scelta è molto importante, perché ha salvato un patrimonio ragguardevole di gessi che altrimenti, secondo l’uso dell’artista, sarebbero stati distrutti.
L’edificio della gipsoteca viene costruito appositamente, anche se probabilmente in quegli anni, le solite traversie burocratiche si frappongono al compimento del progetto: anche la disposizione delle opere, in origine, è studiata dallo stesso Butti, forse nel 1927.
Con un’altra lettera autografa datata 16 giugno 1931, il Butti ribadisce la volontà di lasciare la gipsoteca in eredità alla comunità di Viggiù, con l’esplicita condizione che si mantenga l’ordina-mento da lui predisposto.
Una prima catalogazione delle opere, per quanto sommaria, è dell’Accetti e risale al 1938: è possibile che già in quell’occasione siano sopravvenuti mutamenti nella dislocazione delle sculture.
Nel 1964 all’edificio viene aggiunta una sala, che ospitava Il minatore, i rilievi del monumento a Verdi ed altri lavori.
Nel 1975-76, una ristrutturazione complessiva dell’edificio ha determinato un ulteriore riallestimento della raccolta.
L’ultimo intervento avvenuto negli anni 2002-04 ha visto un adeguamento funzionale degli impianti (elettrico e di riscaldamento) ed un’opera di risanamento delle strutture con particolare attenzione ai gessi che sono stati puliti e restaurati.
Inoltre si sono allestite tre nuove sale dedicate ai gessi utilizzati per la realizzazione del monumento a Giuseppe Verdi a Milano e, al piano superiore, sono stati esposti i dipinti del maestro ed alcuni bozzetti in gesso.
Inaugurazione Monumento Enrico Butti
Inaugurazione Monumento ai caduti dello Scultore Enrico Butti, Gallarate anno 1924.
Si ringrazia Luigi Ravizzoli per aver fornito il video.